Domenico Cubeddu

Nato nel 1934 a Seneghe nel Montiferru.  La sua carriera inizia quando decide di arruolarsi nella Marina Militare, precisamente a Venezia, nell’isola di Sant’Elena, occasione in cui gli venne assegnata la categoria dei Palombari. Risultò primo del corso a Venezia, e successivamente primo del corso al Varignano, dove conseguì il primo brevetto da palombaro (fino a 40 metri di profondità), apparecchio a ossigeno a ciclo chiuso G50 a 15 metri e autorespiratore ad aria a 30 metri. Dopo il brevetto da palombaro fu destinato al Centro Studi (Sezione Sperimentale) del COM.SUB.IN. dove fu assegnato allo studio e perfezionamento dei nuovi apparati, e nominato punto di contatto con i colleghi della marina nazionale francese. Abilitato palombaro su alti fondali, all’uso delle torrette butoscopiche e della campana di salvataggio sommergibili di nave Proteo, partecipò sulla stessa nave alle operazioni più delicate degli anni ’60 e ’70, missioni spesso al limite con tecniche di immersione che si affinavano giorno per giorno. Dopo il periodo di imbarco fu nuovamente destinato al Centro Studi Sezione Sperimentale del COM.SUB.IN. dove fu parte attiva nello sviluppo delle miscele binarie (elio, ossigeno) lavorando sempre con la marina francese, in particolare con il comandante Paul Gavarry, direttore del GERS (tridente d’oro nel 1978 per la direzione del programma Janus che si era concluso con un record mondiale di immersione in saturazione). Perfezionò le sue conoscenze teorico-pratiche sulle apparecchiature già utilizzate durante il corso e sulle nuove apparecchiature in sperimentazione in quegli anni al COM.SUB.IN. in collaborazione con la marina nazionale francese. Tra queste apparecchiature c’era l’ARU (apparecchio a ciclo chiuso a sacco polmone ad aria e immissione di ossigeno per 30 mt) chiamato anche autorespiratore a miscela completo, ed un apparecchio a ciclo chiuso in cui l’ossigeno veniva fornito dal perossido (ghiaccio secco) per operare fino a 15 mt; un esperimento che però non andò a buon fine. Nell’anno 1956, sempre col Gruppo della Sezione Sperimentale, effettuò una missione in Tunisia, con nave Rampino, per lo sminamento del canale di Biserta in collaborazione con la Marina francese. Nel ’60 fu destinato per 14 mesi all’Ufficio Porto di Cagliari per il recupero delle ancore, il rifacimento dei corpi morti, installazioni di boe, ormeggi e tutto ciò che concerne l’ambiente del porto, sia all’interno che nel littorale.

Tra le numerose missioni operative si vogliono ricordare le ricerche e recupero delle vittime dell’aereo Hercules C130 che,  il 9 novembre 1971, cadde alle secche della Meloria, un tratto di mare non lontano da Livorno. I recuperi di aerei sinistrati proseguirono con un F104 nelle isole Tremiti (da bordo di nave Proteo alla profondità di 75 metri) e di un G91 alle isole Pedagne a 56 metri di profondità. Un’altra missione impegnativa fu il recupero nel 1963 di un motore aereo militare del periodo bellico alla profondità di 65 metri, che era stato segnalato dal giornalista subacqueo Andrea Pittiruti. Oggi questo motore è un cimelio storico conservato a Pisa.

Successivamente effettuò al COM.SUB.IN. il corso GP (Grande Profondità) per l’uso delle torrette butoscopiche e della campana di salvataggio sommergibili.  Dopo aver ultimato il corso P (professionale) fu destinato nuovamente al Centro Studi Sezione Sperimentale, dove effettuò numerose sperimentazioni con miscele elio ed ossigeno fino a 150 metri. In quel tempo il Centro Studi del COM.SUB.IN. collaborava attivamente con il GERS (Gruppo Studi ricerche sottomarine) della Marina Nazionale Francese retto da Gavarry, scambiandosi esperienze e risultati. In quegli anni si fecero molti progressi sull’uso delle miscele binarie e ternarie. A bordo delle navi Elie Monnier e Triton effettuò immersioni fino alla profondità di 150 metri con diverse miscele e potei anche immergermi con il loro sommergibile Griffon.

L’11 febbraio 1969, fu inviato a Rimini, con un team altamente selezionato di palombari del GOS ed incursori, incaricati alla demolizione della piattaforma illegale dell’Isola delle Rose. La demolizione fu eseguita con diverse cariche esplosive mirate ad indebolire la robustissima struttura e facilitarne il collasso (cosa che avvenne il 26 di febbraio), permettendo il ripristino del fondale per le attività di pesca. In seguito fu nuovamente destinato all’Ufficio Porto di Cagliari ed al gruppo SDAI di La Maddalena dove, tra dal 1974 al 1977, mi fu affidato il re del Belgio, Philippe, allora un giovane di 14 anni, per istruirlo all’immersione subacquea fino a 57 metri con ARA.

Nell’anno 1977 la sua carriera volgeva al termine avendo raggiunto il massimo grado per un sottufficiale. Fu così che, corteggiato dall’industria subacquea, si congedò per cominciare una nuova vita con la società Sub Sea Oil Services con la qualifica di Team Leader e, per regolarizzare la sua posizione nell’ amministrazione, eseguì alla Wet and Dry di Zingonia le immersioni profonde a 150 mt, seguendo un corso di supervisore di saturazione. Il primo lavoro nella società fu il recupero di reperti archeologici in saturazione a 54 metri sui resti di una nave romana a Lipari, supportato da un impianto iperbarico a bordo della nave SUB SEA Corsaire. Ai primi del 1978, sempre con il Corsaire, fu inviato in Borneo per la società BSP (Brunei Shell Petroleum) come responsabile dell’impianto di saturazione, per effettuare le prime saturazioni in assoluto in Estremo Oriente. Il lavoro consisteva nell’a assistenza alla perforazione, installazione di piattaforme, collegamenti di sealine, installazione di SBM (mono boe), clean jacket, sostituzione di anodi e recuperi di ogni sorta.  In seguito si iniziò l’installazione di piattaforme a Miri, nel Sarawak, e a Labuan. A metà giugno del 1980 Cubeddu rientrò dal Borneo e a fine mese fu destinato in Brasile per l’installazione con immersioni di saturazione a 128 metri di profondità  della piattaforma Garupa come Diving Superintendent per l’installazione di christmas tree sui pozzi di petrolio per la loro messa in produzione, a profondità di oltre 250 metri. I mezzi navali di appoggio a disposizione erano la nave sonda Interocean Discovery, piattaforme Petrobras 9 , SS6, Sedco 135 F e altre per operare a profondità intorno ai 300 metri. Nel 1985, al rientro dal Brasile, fu imbarcato sul Buccaneer per lavori in Congo, sempre in saturazione con escursioni continue, sulle piattaforme nell’area di Loango e l’installazione di una nuova piattaforma per la CONOCO in Angola, nell’area di Kabinda. Ritornato poi in Brasile con la Micoperi 7000, misero in operazione l’impianto di saturazione per installazione di nuove piattaforme nell’area di San Sebastian. Inoltre, Cubeddu fu consulente alla progettazione e al montaggio del Centro iperbarico brasiliano nell’isola militare di Mocanguê presso Rio de Janeiro. Eseguì tutti i test e collaudi operativi del centro, mettendo alla fine in funzione l’impianto e istruendo il personale civile e militare alla conduzione operativa dell’impianto.

Testimonials

“Caro Vittorio, permettimi di ringraziarti ancora per il premio, per l’eccezionale organizzazione, per la fantastica cornice di Perugia e per l’amicizia e la simpatia dimostrate. Dopo pochi istanti, da quando siamo arrivati, ci siamo sentiti, io e mia moglie, veramente a nostro agio fra persone piacevoli, appassionate ed in gamba. Estendi, per favore, queste considerazioni ai tuoi collaboratori. Non mancherò di partecipare ancora in qualità di appassionato spettatore”

Massimo Scarpati
Massimo ScarpatiRecordman di apnea

Il premio Atlantide ha la sua importanza e regalità perché trattiene e racchiude personaggi che hanno costruito il mondo della subacquea uniti alla ricerca scientifica e donano alle nuove generazioni fonte di conoscenza storia e apprendimento

Paola Catapano
Paola CatapanoComunicatrice scientifica al CERN (Ginevra) - Giornalista scientifica

Il Premio Atlantide 2021 obiettivamente si è rivelato una bellissima esperienza. Tutto si è svolto alla grande nei suoi molteplici aspetti,capaci di suscitare nella affollatissima platea dei presenti una varietà di reazioni:dall'interesse, all'ammirazione, al sorriso, alla commozione. E’ stato toccante ascoltare le tante storie del mare dalla voce di chi lo ha vissuto e ancora lo vive con profondo amore. Questo premio è un importante riconoscimento per quelle persone che in passato o ancora attualmente si sono dedicate alla scoperta, alla ricerca ed alla difesa dei nostri mari. Mi sorge spontaneo dal cuore il ringraziamento a Vittorio Bianchini per l'impegno profuso nella eccellente organizzazione di questo evento

Valeria Ciarfuglia
Valeria CiarfugliaVedova Danilo Amorini - Pioniere della subacquea e speleologo

UN MARE UN UNICO UNIVERSO

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